Bentornato su capitalmente, nella tua vita di investitore dovrai affrontare guadagni e perdite e quindi oggi vediamo come gestire plusvalenze e minusvalenze in finanza.

Ti ricordo che la mia filosofia di investimento è quella comunemente detta “buy and hold”, una strategia di investimento a lungo termine, quindi se hai costruito un portafoglio che rispecchia le tue esigenze non dovresti mai vendere in perdita, ma se succedete devi sapere come gestire plusvalenze e minusvalenze.

l calcolo delle minusvalenze è piuttosto semplice.

Minusvalenza (o Plusvalenza) = Prezzo vendita − Valore di acquisto

Se il risultato di questo calcolo è positivo, si realizza una plusvalenza; nel caso contrario, ovvero se il dato finale è negativo, ci si troverà di fronte a una minusvalenza.

Quando si genera una plusvalenza

Quando fai un investimento e poi lo vendi, potresti guadagnare dei soldi (questo è chiamato plusvalenza) o potresti perdere dei soldi (questo è chiamato minusvalenza).

In Italia, se guadagni dei soldi dalla vendita di un investimento, devi pagare delle tasse su quel guadagno (capital gain).

Questa tassa è generalmente del 26% del tuo guadagno, ma per alcuni tipi di investimenti, come i titoli di stato europei, la tassa è solo del 12,50%.

Quando si genera una minusvalenza

Se al contrario perdi dei soldi dalla vendita di un investimento, non devi pagare delle tasse su quella perdita ma generi una minusvalenza.

La minusvalenza è la differenza negativa tra il prezzo di acquisto e quello di vendita o di rimborso di un prodotto finanziario.

Se compro 100 azioni di un ETF a 50 euro e le vendo quando il valore è a 40 € realizzerò una minusvalenza pari a 1.000 euro.

Da quel momento hai un credito di imposta che può essere recuperato nell’anno solare in corso o nei quattro anni successivi.

La data di scadenza delle minusvalenze è stabilita al 31 Dicembre di ogni anno, per esempio, le minusvalenze accumulate nel corso del 2024 andranno in scadenza il 31 Dicembre 2028.

Puoi usare quella perdita per ridurre la quantità di tasse che devi pagare sui guadagni futuri, questo processo è chiamato compensazione delle minusvalenze.

plusvalenze e minusvalenze

Differenza tra prodotti finanzia per la gestione delle plusvalenze e delle minusvalenze

Il fisco italiano distingue tra prodotti finanziari che generano “redditi di capitale” e strumenti che producono “redditi diversi”.

Questa differenza non è puramente teorica, ma ha un impatto diretto sulla fiscalità, poiché le minusvalenze possono essere generate da tutti gli strumenti finanziari ma possono essere compensate solo con strumenti che producono “redditi diversi”.

Un esempio tipico è rappresentato dai fondi comuni di investimento e dagli ETF armonizzati, quando vengono venduti in perdita, si generano minusvalenze, ma se vengono venduti in guadagno, si realizzano redditi di capitale e non è possibile compensare le minusvalenze.

Redditi di capitale

Come detto i redditi da capitale non possono compensare minusvalenze, gli strumenti finanziari che generano redditi da capitale sono:

  • ETF
  • Fondi comuni di investimento
  • Le cedole delle obbligazioni
  • I dividendi delle azioni

Redditi diversi

Al contrario i redditi diversi consentono di recuperare delle minusvalenze, gli strumenti che generano redditi diversi sono:

  • Azioni
  • Obbligazioni (inclusi i titoli di stato)
  • ETC
  • Certificates
  • Derivati (Opzioni e Futures)

come gestire plusvalenze e minusvalenze

L’importanza di diversificare

Diversificare è importante non solo per ridurre il rischio del tuo portafoglio ma anche per poter compensare, in caso di perdite, eventuali minusvalenze.

Se hai ad esempio un portafoglio con soli ETF o fondi comuni di investimento (piccola parentesi se mi segui saprai che gli ETF rendono di più), non potrei mai compensare eventuali minusvalenze.

Per ovviare a questo inconveniente io ad esempio ho deciso di inserire in portafoglio una quota di ETC (prevalentemente Oro).

Ho mostrato come calcolare la correlazione tra asset finanziari, l’oro essendo poco correlato con gli ETF azionari che detengo ha 2 effetti benefici:

  1. Riduce la volatilità (stabilizza in pratica il portafoglio).
  2. Permette di recuperare eventuali minusvalenze.

Come detto, per la mia filosofia che rispecchia la buy and hold, salvo eventi imprevisti, non dovrei vendere in perdita, però è importante essere preparati anche a questa eventualità.

Come amo ripetere ai miei figli “spera per il meglio ma preparati per il peggio“.

Cosa fare per non perdere le minusvalenze

Ovviamente il modo più intuitivo per recuperare una minusvalenza è vendere in guadagno uno strumento che genera un guadagno da “redditi diversi”, come ad esempio azioni, obbligazioni o ETC.

Se hai 2.000 euro di minusvalenze che scadono al 31/12, puoi ad esempio vendere un ETC avente guadagno (plusvalenza) pari (o superiore) ai 2.000 euro di minusvalenza in modo da poter compensare la perdita.

Esistono poi altri modi per non perdere le minusvalenze che però richiedono una conoscenza finanziaria elevata, come ad esempio acquistare strumenti specificamente progettati per questo scopo come ad esempio i Certificates.

I Certificates Maxicoupon, prevedono l’erogazione di una prima cedola in cui viene incorporata una quota significativa del rendimento potenziale che può essere realizzato durante la durata del certificato.

Tuttavia, si tratta di strumenti di natura complessa che hanno costi elevati, probabilmente tratteremo l’argomento in futuro ma al momento, se decidi di percorrere questa strada, ti consiglio di rivolgerti ad un consulente finanziario esperto che possa aiutarti.

Gestire le minusvalenze per non perdere soldi

In conclusione come gestire plusvalenze e minusvalenze

Se definisci in modo chiaro l’allocazione del tuo portafoglio, riservando il giusto fondo di emergenza e investendo a breve termine le somme necessarie per coprire le spese prevedibili (come ad esempio compare la macchina o rifare il tetto di casa) non dovresti andare incontro a minusvalenze.

Questo perché la restante parte del tuo capitale andrà investita sul lungo termine (10-20 anni) in strumenti come gli ETF che difficilmente perderanno il loro valore.

Un accesso statistico

In base ad uno studio degli ultimi 100 anni, se detenessi un ETF che replica l’indice S&P500 avresti queste possibilità di realizzare una plusvalenza in base al tempo in cui rimeni investito:

  • se rimani investito per 1 giorno avresti il 56% di possibilità di realizzare una plusvalenza.
  • in 1 anno avresti il 75% (l’S&P500 è positivo 3 anni su 4)
  • in 5 anni avresti 88% di possibilità
  • in 10 anni avresti 95% di possibilità
  • in 20 anni avresti il 100%

TI ricordo che i numeri del passato non predicono il futuro ma ad oggi, un investimento sull’S&P500 su 20 anni, non ha mai generato una minusvalenza.

La riforma fiscale dei redditi finanziari

E’ importante che tu sappia come funzionano e come gestire in Italia plusvalenze e minusvalenze per essere preparato ad ogni eventualità.

Tieni comunque a mente che è in corso la riforma dei redditi di natura finanziaria e che, salvo stravolgimenti, entro il 2024/2025 verrà superata la divisione tra redditi di capitale e redditi diversi, a quel punto sarà più semplice compensare le minusvalenze (come accade in altre nazioni del mondo).

Anche per oggi è tutto, se avete dubbi o suggerimenti lasciate pure un commento, spero di rivedervi presto su capitalmente, il vostro blog di finanza personale a porta di click.

Ricordatevi, come sempre, che l’articolo non rappresenta una sollecitazione all’investimento ma è una mia opinione basata su dati e studi condotti nel tempo.