Bentornato/a su Capitalmente il tuo bog di finanza personale, se sei arrivato per la prima volta qui ti chiederai quali sono gli indicatori per valutare un’azione?

Parlando di titoli growth e value abbiamo introdotto l’indicatore P/E (Price Earnings Ratio, in italiano Rapporto Prezzo Utili) che permette di capire se un’azione è “cara” oppure a “buon mercato”.

Insieme al P/E ci sono però altri formule importanti, vediamo quindi quali sono gli indicatori per valutare un’azione?

Un breve accenno al Price Earning Ratio (P/E)

Il P/E è uno degli indicatori più usati per capire se un’azione è a buon mercato, un P/E basso di un’azione può indicare che il suo prezzo è inferiore agli utili generati dalla società.

La formula è: P/E = Price / Earnings Per Share

L’utile per azione, in inglese earnings per share, abbreviato EPS, si calcola sulla base degli utili degli ultimi 12 mesi diviso la media ponderata delle azioni in circolazione.

Esiste anche un secondo modo che prevede di dividere la capitalizzazione di mercato della società per i suoi profitti totali.

P/E = Market Cap / Net Income

Una sintesi degli indicatori di Apple

  • P/E = 218,54 / 6,53 = 33,9875

In questo caso gli investitori sono disposti a pagare quasi 34 $ per avere 1 $ di utile.

Il P/E è un indicatore che aiuta a paragonare aziende che hanno dimensioni, prezzi e livelli di guadagno anche molto diversi tra loro.

Attenzione al Value trap

Ovviamente non bisogna fare sempre affidamento al Price Earning Ratio (P/E), perchè un P/E basso potrebbe anche indicare che il business dell’azienda presenta delle criticità, in questo caso si parla di value trap.

Value trap indica una trappola nella quale l’investitore può cadere attratto da un P/E basso che in realtà è dovuto a difficoltà societarie piuttosto che ad una valutazione a buon mercato.

I limiti dell’indicatore P/E

Il rapporto prezzo/utili (P/E) valuta una società basandosi sugli utili conseguiti a fine esercizio.

Questo implica che il valore Price Earnings ratio potrebbe non essere aggiornato al momento della valutazione, poiché il prezzo delle azioni è in costante movimento mentre gli utili si riferiscono a diversi mesi prima.

Per ovviare a questo problema, gli analisti utilizzano il Trailing Price Earnings Ratio, che considera la somma degli utili dei quattro trimestri più recenti anziché gli utili di chiusura dell’esercizio di bilancio.

Trailing e Forward Price Earnings

Come calcolare il Trailing Price Earnings?

La formula è del tutto simile a quella per P/E, l’unica differenza sta nel fatto che si prendono i 4 trimestri precedenti:

Trailing P/E = Price / Earnings Per Share last 12 Months (ultimi 12 mesi)

Il Trailing P/E permette di avere un indicatore che valuta un arco temporale più recente ma comunque nel passato.

Esiste un ulteriore indicatore il Forward Price Earnings the invece considera gli utili attesi.

L’utilizzo del Forward Price Earnings

Il Forward P/E fornisce quindi un’indicazione sul futuro basata sulla previsione degli utile he la società ha comunicato.

Forward P/E = Price / Estimated future Earnings Per Share (utili attesi)

I principali indicatori di mercato

Cosa indica l’Earnings Yield

Spesso oltre a P/E si parla di Earnings Yeald che non è altro che il rapporto inverso tra utili e prezzo.

Earnings Yield (E/P) = Earnings Per Share / Price

L’Earning Yield si esprime solitamente in percentuale e si muove in direzione opposta al P/E.

Il P/E non è un indicatore previsionale, ma statisticamente investire in indici ben diversificati in periodi con un basso P/E può portare, nel lungo periodo, a guadagni maggiori rispetto a investire in periodi con un alto P/E.

Differenza tra Market Cap e Enterprise Value

  • Il Market Cap (Capitalizzazione di Mercato) è il valore totale delle azioni di una società in circolazione.
  • L’Enterprise Value (Valore della società) è una misura più completa del valore di una società, che include non solo il valore delle azioni, ma anche il debito e altri fattori.

Altri indicatori legati ad Apple

A cosa serve l’Enterprise Value/Revenue (Sales)

Il valore P/E non tiene conto del livello di indebitamento di una società questo spesso inibisce la corretta comparazione di società con indebitamenti diversi.

L’Enterprise Value/Revenue è un indicatore che mettere in rapporto il valore di una società (debiti inclusi) con il fatturato della stessa.

In linea generale un EV/Revenue alto può suggerire che l’azienda è sopravvalutata rispetto ai suoi ricavi, al contrario un rapporto basso può suggerire che l’azienda è sottovalutata.

È utile confrontare il rapporto EV/Revenue di un’azienda con quello delle altre aziende nello stesso settore. Questo aiuta a capire se l’azienda è valutata in linea con i suoi concorrenti.

Cosa indica l’Enterprise Value/EBITDA

EBITDA è l’acronimo di Earnings before Interest taxes depreciation and amortisation, in italiano detto Margine Operativo Lordo (MOL).

Il margine operativo lordo (EBITDA) consente di verificare se la società realizza un’eccedenza di profitti dalla gestione ordinaria senza tenere conto degli interessi e delle politiche fiscali.

  • Quando parliamo di redditività operativa senza considerare le decisioni di finanziamento, significa che non stiamo tenendo conto dei costi associati al debito (come gli interessi) o dei dividendi pagati agli azionisti.
  • Quando escludiamo le politiche fiscali dalla redditività operativa, stiamo ignorando l’impatto delle tasse sui profitti dell’azienda.

Mentre il EV/Revenue è più utile per valutare la capacità di generare ricavi, il EV/EBITDA è più utile per valutare la redditività operativa di un’azienda.

Anche in questo caso un EV/EBITDA basso può indicare un’azienda sottovaluta, mentre al contrario se il rapporto è alto che l’azienda è sopravvalutata.

I principali indicatori di mercato

Come funziona l’indicatore CAPE Ratio

In parole molto semplice possiamo definire il CAPE Ratio una versione modificata del P/E.

Il Cyclically Adjusted Price Earnings Ratio, abbreviato per l’appunto CAPE Ratio, è “semplicemente” un Price Earnings calcolato su 10 anni adeguato all’inflazione.

Il CAPE Ratio considera le fluttuazioni cicliche degli utili su un arco di dieci anni, adeguati per l’inflazione, al fine di offrire una valutazione delle azioni più stabile e a lungo termine.

L’indicatore è anche chiamato PE 10, Cyclically Adjusted PE Ratio, Shiller PE Ratio, CAPE Shiller.

Robert Shiller è il professore economista dell’università di Yale che insieme al collega John Campell ha teorizzato la formula che sta alla base dell’indicatore.

Quali indicazioni ci può dare il CAPE Ratio

Secondo i suoi teorizzatori un CAPE molto basso o molto alto tende a ritornare verso la media (valore 16).

Ormai da tempo si dice che l’SP500 è sopravalutato e l’indice CAPE Ratio sarebbe uno degli indicatori che lo prova.

Grafico CAPE Ratio SP500

L’indice SP500 sembra quindi molto sopra la media i 16, sia a quella calcolata dal 1970 a oggi che è pari a 20.

E’ comunque vero che rispetto al passato è cambiato il contesto economico, i tassi di interesse la composizione del mercato (poche società sempre più grandi che lo influenzano sempre di più) quindi è difficile fare previsioni.

Non sappiamo se il mercato crescerà ancora o calerà, evento comunque inevitabile e fisiologico, gli analisi però ritengono che al momento investire sull’SP500 (che ha un CAPE Ratio sopra 35) possa non essere la scelta migliore e suggeriscono di cercare di privilegiare altri mercati o segmenti che ora ora sono più a buon mercato.

Anche sapendo quali sono gli indicatori per valutare un’azione solo il tempo ci dirà come evolverà il mercato.

In sintesi quali sono gli indicatori per valutare un’azione

Quelli indicati sono sono solo alcuni degli indicatori che potete trovare già calcolati da siti web come Yahoo Finance, Google Finance e Bloomberg oppure da molti broker di borsa online.

Insieme a questi indicatori ne esistono molti altri che cercano di fotografare la valutazione di un titolo o di un indice con l’obiettivo di prevederne il futuro.

A me piace approfondire questi temi ma, come la stragrande maggioranza delle persone, non ho il tempo, le competenze e gli strumenti per identificare il titolo migliore e fare “market timing”.

Il mio approccio è quello di investire sul lungo temine, in modo diversificato e con strumenti economici come gli ETF, cercando di strutturare un portafoglio che risponda alle mie esigenze e consideri l’attuale contesto economico sapendo però che nessuno può prevedere quello che succederà da 1, 5, 10 o 20 anni.

Sottoposare l'America e le obbligazioni?

Nonostante questo, visto che tutti ne parlano, ogni giorno penso e ripenso se abbia senso sottopesare l’Amarica oppure aumentare la quota obbligazionaria del mio portafoglio.

Per ora resto fedele alla mia asset allocation che però prevede di are un peso all’America inferiore di quello previso da un ETF MSCI World (ove l’America ormai è vicina al 70%).

Anche per oggi è tutto, spiegare quali sono gli indicatori per valutare un’azione senza farti svenire è stato un compito arduo e spero che non tu abbia dovuto ricorrere alla Citrosodina per poter digerire l’articolo.

Se avete dubbi o suggerimenti lasciate pure un commento, spero di rivedervi presto su Capitalmente, il vostro blog di finanza personale a porta di click.

Ricordatevi, come sempre, che l’articolo non rappresenta una sollecitazione all’investimento ma è una mia opinione basata su dati e studi condotti nel tempo.