Bentornato su Capitalmente, oggi voglio presentarti una delle teorie che hanno rivoluzionato la storia della finanza, la teoria dei mercati efficienti di Eugene Fame, in inglese Efficient Market Hypothesis, comunemente abbreviata con EMH.
La teoria dei mercati efficienti rappresenta il pilastro portante delle teorie finanziarie tradizionali, alla base di questa teoria sta il fatto che è impossibile battere il mercato.
Questa teoria è fondamentale per la nascita degli Index Fund ed ETF che si limitano a seguire il mercato, riducendo così il rischio e ottimizzando i rendimenti.
Quando nasce la teoria dei mercati efficienti
Già dal 1960 nell’ambiente accademico dell’università di Chicago si inizia a discutere della teoria dei mercati efficienti.
La teoria viene formalizzata nel 1970 da Eugene Fama tramite l’articolo “Efficient Capital Markets: A review of Theory and Empirical Work”.
In estrema sintesi Eugene Fama sostiene che in un mercato efficienti i prezzi riflettono in ogni istante le informazioni disponibili.
Questo principio implica che non sia possibile ottenere rendimenti superiori alla media senza assumere rischi aggiuntivi.
La teoria si fonda su due principi cardine: la razionalità degli investitori e l’efficacia dell’arbitraggio.
Razionalità degli investitori
La teoria economica classica richiede la presenza sul mercato di individui razionali in grado di compiere scelte coerenti, in relazione alle loro preferenze, tali da massimizzare le loro scelte per conseguire vantaggi individuali.
I sostenitore della teoria dell’efficienza di mercato sostengono che la presenza di irrazionalità tra gli agenti economici non implichi che il mercato stesso sia inefficiente ma che vi sia una forza in grado di ripristinare l’equilibrio di mercato.
Tale forza è rappresentata da investitori razionali, definiti anche “smart money”, in grado di annullare le scelte degli agenti irrazionali.
Ad ogni acquisto degli “agenti irrazionali” corrisponde una vendita da parte degli “smart money”, e viceversa.
L’efficienza dell’arbitraggio
L’efficienza dell’arbitraggio nella teoria dei mercati efficienti si riferisce alla capacità del mercato di eliminare rapidamente le opportunità di arbitraggio.
In parole semplice, nel caso di discrepanze nei prezzi degli asset, gli investitori le sfrutteranno portando velocemente i prezzi a un livello di equilibrio nel quale tali opportunità non esistono più.
Questo processo garantisce che i rendimenti delle attività siano sempre in linea con il loro valore intrinseco, mantenendo così l’efficienza del mercato.
Dal Fair Game al Random Walk Model
Fama introdusse il modello del “fair game” e del “random walk” per illustrare l’andamento dei prezzi di mercato.
Il concetto di “fair game” indica una situazione in cui i prezzi dei titoli incorporano tutte le informazioni disponibili, rendendo impossibile ottenere rendimenti superiori alla media utilizzando tali informazioni.
Questo implica che i trend dei prezzi sono imprevedibili e seguono appunto un percorso casuale, noto anche come “random walk“.
Tra l’atro su questo tema ti consiglio la lettura di “A spasso per Wall Street“, in inglese “Random walk down Wall street”, di cui trovi la recensione su sito.
Efficienza Informativa dei Mercati
Nella formulazione della sua teoria Fama fa queste assunzioni:
- Si ipotizzi un mercato in cui lo scambio dei titoli avviene senza alcun costo di transazione.
- Tutte le informazioni sono accessibili gratuitamente a ogni partecipante del mercato.
- Tutti gli investitori, agendo in modo razionale, concordano sulle implicazioni delle informazioni attuali sui prezzi di mercato e sulla distribuzione futura dei prezzi di ciascun titolo.
Eugene Fama individuò tre forme di efficienza di mercato, ciascuna caratterizzata da diversi livelli di informazione riflessa nei prezzi:
- Forma debole: i prezzi riflettono tutte le informazioni storiche. Di conseguenza, non è possibile prevedere i movimenti futuri dei prezzi basandosi esclusivamente sui dati passati, rendendo inefficace l’analisi tecnica per ottenere rendimenti superiori alla media.
- Forma semi-forte: i prezzi riflettono tutte le informazioni pubbliche. Questo implica che né l’analisi tecnica né l’analisi fondamentale possono essere utilizzate per ottenere rendimenti superiori alla media, poiché tutte le informazioni pubbliche sono già scontate nei prezzi.
- Forma forte: i prezzi riflettono anche le informazioni private. Pertanto, nessun tipo di informazione, inclusa quella non divulgata al pubblico, può conferire un vantaggio agli investitori nel mercato.
Implicazioni pratiche della teoria dei mercati efficienti
Se i mercati sono realmente efficienti, allora l’analisi tecnica e l’analisi fondamentale non dovrebbero essere in grado di prevedere i movimenti dei prezzi meglio di una strategia casuale.
Questo ha portato alla crescita degli investimenti passivi, come i fondi indicizzati, che cercano di replicare la performance di un indice di mercato piuttosto che batterlo.
Ma le informazioni sono realmente accessibili a tutti?
Un altro aspetto importante considerato nella teoria dei mercati efficienti è il ruolo delle informazioni asimmetriche.
In un mercato perfettamente efficiente, tutti gli investitori avrebbero accesso alle stesse informazioni simultaneamente.
Tuttavia, nella realtà, esistono sempre informazioni che sono disponibili solo a una parte degli investitori (informazioni private).
Questo crea uno squilibrio che può portare a inefficienze di mercato, sfidando una delle assunzioni fondamentali della teoria dei mercati efficienti.
In conclusione è ancora valida la teoria dei mercati efficienti?
La teoria dei mercati efficienti continua a essere uno dei pilastri della finanza moderna, ma non senza contestazioni.
Gli sviluppi recenti nella finanza comportamentale hanno evidenziato come i bias cognitivi e le emozioni degli investitori possono influenzare i mercati, creando inefficienze.
Inoltre, la crescente complessità dei mercati finanziari globali e l’influenza delle tecnologie avanzate, come l’algoritmo di trading e l’intelligenza artificiale, continuano a mettere alla prova la validità della teoria dei mercati efficienti.
Anche lo stesso Eugene Fama sostiene che il mercato è profondamente diverso da quelle degli anni ’60-’70, questo non toglie che molti aspetti siano comunque ancora validi.
Anche per oggi è tutto, se hai dubbi o suggerimenti su quali sono i regimi fiscali per gli investimenti lascia pure un commento sarò felice di risponderti, spero di rivederti presto su Capitalmente, il tuo blog di finanza personale a porta di click.
Ricordati, come sempre, che l’articolo non rappresenta una sollecitazione all’investimento ma è una mia opinione basata su dati e studi condotti nel tempo.