Bentornato su Capitalmente, le criptovalute sono monete decentralizzate, quindi la domanda sorge spontanea, devo pagare le tasse sulle criptovalute?

La risposta ovviamente è si, le tasse vanno pagate, quindi se era il tuo dubbio puoi già interrompere la lettura e tornare ai nostri cari investimenti in ETF.

Da ormai 15 anni le criptovalute rappresentano una nuova asset class che ogni investitore dovrebbe tenere in considerazione, se non per investirci almeno per sapere di cosa si tratta

In questo articolo, dal titolo provocatorio, vorrei però capire se è possibile “far finta di niente”, visto che fino a prova contrario sono valute decentralizzate che consentono l’anonimato.

Devo pagare le tasse sulle criptovalute? Questa sarà la domanda che si faranno in tanti, soprattutto in questi giorni, dopo la proposta shock avanzata dal governo di portare la tassazione sulle crypto al 42%.

Come funziona la tassazione sulle criptovalute

Dopo anni di immobilismo la legge di Bilancio del 2023 ha introdotto una nuova definizione per le criptovalute:

Le criptovalute sono una rappresentazione digitale di valore o di diritti che possono essere trasferiti e memorizzati elettronicamente, utilizzando la tecnologia di registro distribuito o una tecnologia analoga

Quindi a differenza della precedente definizione non sono più assimilabili alle valute estere.

I redditi prodotti dalle criptovalute rientrano nella categoria dei “redditi diversi” e vengono tassati al 26% oltre una certa soglia, pari a 2000 €.

Questo significa che:

  • se realizzi un profitto entro i 2000 €, ad esempio se compri criptovalute per 1000 € e le vendi a 2500 €, non sarai tassato.
  • se realizzi un profitto superiore ai 2000 €, ad esempio compri criptovalute per 1000 € e le vendi a 4000 €, dovrai pagare il 26% dei 3000 € guadagnati.

Visto che non è prevista tassazione entro i 2000 €, per analogia non è prevista la deduzione delle minusvalenze sotto i 2000 €.

Se però nel corso dell’anno realizzi una minusvalenza di 1000 € e una plusvalenza di 2500 €, puoi sommare le due cose arrivando ad una plusvalenza di 1500 € che di fatto di permette di non essere tassato.

Chi deve pagare le tasse sulle criptovalute

Chi è soggetto alla tassazione delle criptovalute

Vengono presi in considerazione i redditi derivanti da attività svolte sul territorio Italiano.

Anche i redditi di soggetti non residenti su attività detenute in Italia sono soggette alla tassazione.

Qualora le criptovalute siano archiviate su supporti digitali, quali Hardware Wallet, che permettono l’accesso diretto senza intermediari, sono soggette a tassazione se detenute da una persona residente in Italia.

Quando vengono tassate le criptovalute

Nel caso in cui vengono scambiate tra loro diverse criptovalute, ad esempio vendo Bitcoin per comprare Solana, non è prevista alcuna tassazione.

La permuta tra una criptovaluta e una Stablecoin, in base alle più recenti interpretazioni, genera plusvalenza anche se, su questa questione però c’è parecchio dibattito in corso.

Questa differenza è dovuta al fatto che le Stablecoin sono valute digitali ma sono “ancorate” a valute fiat, come ad esempio il dollaro americano.

Le plusvalenze delle criptovalute vengono tassate a prescindere dal periodo di detenzione.

Quando vengono tassate le criptovalute

Come vanno dichiarate le criptovalute

Le criptovalute vanno inserite nella dichiarazione dei redditi annuale utilizzando l’apposita sezione dei redditi diversi.

Da gennaio 2023 va compilato anche il “quadro RW” relativo al monitoraggio fiscale delle attività detenute all’estero.

E’ prevista un’imposta di bollo, l’IVAFE, pari allo 0,2% del valore totale delle cripto attività.

IVAFE è l’acronimo di “Imposta sul Valore delle Attività Finanziarie detenute all’Estero”

L’IVAFE è un’imposta italiana che si applica alle attività finanziarie detenute all’estero da persone fisiche residenti in Italia.

L’imposta è da pagare solo se l’importo totale in un anno supera la soglia di 12 euro.

Esempio di quadro RW

Quindi la risposta è sì, devi pagare le tasse sulle criptovalute

L’argomento non è banale e vi consiglio di approfondire la modalità di compilazione del 730 con un commercialista oppure cercando in guide specifiche in rete.

Se all’inizio lo Stato ha chiuso un occhio su un fenomeno che ancora non conosceva ormai da qualche anno chiede il pagamento delle tasse.

Le crypto, una volta che sono sulla blockchain sono difficili da tracciare, specialmente se non sono custodite su un Exchange.

Però per comprarle i tuoi soldi soldi devono arrivare dal mondo “reale” alla blockchain e questa costituisce una prova.

Analogamente se un domani vorrai venderle e utilizzarle, dovrai convertirle in valuta fiat e farle arrivare nel mondo bancario tradizionale.

Se movimenti pochi “spicci” è probabile che nessuno se ne accorga (o meglio, che non se ne voglia accorgere…) ma è un rischio che non di consiglio di prendere.

Quindi nel dubbio segui le regole a fai la dichiarazione dei redditi.

Anche per oggi è tutto, se hai dubbi o suggerimenti lascia pure un commento sarò felice di risponderti, spero di rivederti presto su Capitalmente, il tuo blog di finanza personale a porta di click.

Ricordati, come sempre, che l’articolo non rappresenta una sollecitazione all’investimento ma è una mia opinione basata su dati e studi condotti nel tempo.