Bentornato su Capitalmente! Probabilmente avrai già sentito parlare che pochi riesco a battere il mercato e che questa è la ragione per cui gli ETF sono migliori dei fondi comuni di investimento, oggi vediamo perché solo il 4% delle azioni genera il guadagno del mercato.

Investire in azioni è spesso considerato il modo migliore per far crescere il proprio capitale nel lungo periodo. Tuttavia, la realtà è molto più complessa di quanto si pensi.

Uno studio condotto da Hendrik Bessembinder ha rivelato che la maggior parte delle azioni non riesce nemmeno a superare i rendimenti dei titoli di Stato, e che solo il 4% delle azioni genera il guadagno del mercato.

Questo articolo esplorerà i risultati di questa ricerca rivoluzionaria, analizzando il motivo per cui il mercato azionario è così sbilanciato, le implicazioni per gli investitori e perché la diversificazione è una strategia essenziale per il successo a lungo termine.

Questo studio pubblicato nel 2017 si concentra sul mercato azionario americano, ma successivamente è stata condotta un’analisi simile a livello globale utilizzando dati degli ultimi 30 anni.

I risultati sono stati praticamente gli stessi, confermando che la concentrazione della creazione di valore nelle azioni è un fenomeno diffuso a livello mondiale.

Chi è Hendrik Bessembinder?

Hendrik Bessembinder è un economista di fama internazionale e professore di finanza presso la W.P. Carey School of Business dell’Arizona State University.

Chi è Hendrik Bessembinder?

Il suo lavoro si concentra sulla performance delle azioni nel lungo periodo e sulla distribuzione della creazione di valore nel mercato finanziario.

Il suo studio Do Stocks Outperform Treasury Bills?, pubblicato per la prima volta nel 2017, ha avuto un impatto significativo sul modo in cui gli investitori e gli analisti valutano il rischio e il rendimento degli investimenti azionari.

Grazie alle sue ricerche, Bessembinder ha dimostrato che il rendimento del mercato azionario è molto più concentrato di quanto si creda: la stragrande maggioranza delle azioni non riesce a generare valore significativo nel tempo, mentre solo una piccola percentuale di titoli è responsabile della crescita complessiva del mercato.

E, in particolare, solo il 4% delle azioni genera il guadagno del mercato.

Il mito dei rendimenti azionari e la dura realtà dei numeri

L’idea diffusa tra gli investitori è che il mercato azionario, nel lungo periodo, batta sempre le alternative più sicure, come i titoli di Stato.

Tuttavia, l’analisi di Bessembinder racconta una storia diversa. Studiando i dati dal 1926 al 2016, il professore ha dimostrato che la maggior parte delle azioni non offre rendimenti superiori ai Treasury Bills (titoli di Stato USA a un mese), che rappresentano un investimento privo di rischio.

Ecco alcuni dei dati chiave emersi dalla ricerca:

  • Solo il 42 delle azioni ha registrato nel corso della sua vita rendimenti superiori ai Treasury Bills.
  • Addirittura il 58% delle azioni ha prodotto rendimenti inferiori o addirittura negativi rispetto ai titoli di Stato.
  • Il 38% delle azioni ha prodotto rendimenti solo leggermente superiori ai Treasury Bills.

  • Più della metà delle azioni studiate ha avuto un rendimento di lungo periodo negativo.

Questi numeri sfidano la convinzione che investire in azioni sia sempre una scelta vincente nel lungo periodo.

La realtà è che la maggior parte dei titoli offre rendimenti inferiori a quelli di investimenti privi di rischio.

Un mercato dominato da poche superstar

Se la maggior parte delle azioni non è in grado di generare valore significativo, allora chi guida la crescita del mercato?

Qui sta il risultato più sorprendente dello studio di Bessembinder: la creazione di ricchezza nel mercato azionario è concentrata in un numero estremamente ristretto di aziende.

  • la somma del 96% delle azioni ha generato rendimenti pari o inferiori a quelli dei Treasury Bills, senza contribuire in maniera netta alla crescita complessiva. Il 96% è dato sommando il 58% di azioni che hanno avuto rendimenti negativi e il 38% di azioni che ha avuto rendimenti superiori ma in linea ai Treasury Bills.
  • Solo il 4% delle azioni genera il guadagno del mercato.

Un mercato dominato da poche superstar

  • Le 90 aziende con la migliore performance (appena 0,36% del totale) hanno creato da sole il 50% della ricchezza complessiva del mercato azionario.
  • Cinque aziende in particolare – Exxon Mobil, Apple, Microsoft, General Electric e IBM – hanno generato da sole il 10% della ricchezza totale.

In termini assoluti, il mercato azionario ha generato circa 35 trilioni di dollari di ricchezza per gli investitori nel periodo studiato, ma questa cifra è attribuibile quasi interamente a una minuscola frazione delle aziende quotate.

L’importanza della diversificazione

I dati presentati da Bessembinder hanno implicazioni enormi per chi investe nel mercato azionario.

Se solo poche aziende sono responsabili della crescita del mercato, allora individuare i titoli giusti diventa un’impresa estremamente difficile.

Gli investitori che puntano su poche azioni rischiano seriamente di trovarsi con titoli che non superano i rendimenti dei Treasury Bills.

Per questo motivo, la diversificazione è fondamentale:

  1. Evitare il rischio di selezione errata – La probabilità di scegliere un titolo che distrugge valore è molto alta. Possedere un portafoglio diversificato aiuta a ridurre il rischio di scommettere su aziende che non riescono a crescere nel lungo periodo.
  2. Partecipare ai guadagni del mercato – Visto che solo poche azioni generano il rendimento positivo complessivo, investire in un portafoglio diversificato permette di avere maggiori probabilità di includere quei pochi titoli vincenti.
  3. Ridurre la volatilità – Le singole azioni possono avere performance molto variabili. Un portafoglio ampio bilancia i rischi e riduce l’impatto negativo di eventuali investimenti sbagliati.

Molti fondi comuni e ETF seguono strategie di investimento che si basano proprio su questo principio, offrendo esposizione a un’ampia gamma di titoli per catturare il rendimento del mercato senza dover indovinare in anticipo quali saranno le poche azioni di successo.

L’importanza della diversificazione

Perché i gestori attivi spesso falliscono

Lo studio di Bessembinder aiuta anche a spiegare un fenomeno ben noto: la difficoltà dei gestori di fondi attivi nel battere il mercato. Se il rendimento complessivo del mercato è trainato da una frazione ridotta di titoli, diventa estremamente difficile per un gestore selezionare in anticipo le azioni giuste.

Ecco perché la maggior parte dei fondi attivi sotto-performa rispetto agli indici di riferimento come l’S&P 500:

  • I gestori attivi tendono a selezionare un numero limitato di azioni.
  • Statisticamente, la probabilità di escludere i titoli vincenti è molto alta.
  • I costi di gestione e le commissioni riducono ulteriormente il rendimento netto per gli investitori.

Secondo molti studi, oltre l’80% dei fondi attivi non riesce a battere il mercato nel lungo periodo. Lo studio di Bessembinder offre una spiegazione chiara del perché: solo il 4% delle azioni genera il guadagno del mercato, ed è quasi impossibile prevedere in anticipo quali saranno queste azioni.

Perché i gestori attivi spesso falliscono

Conclusioni: cosa imparare da questa ricerca?

Lo studio di Hendrik Bessembinder rivoluziona il modo di guardare al mercato azionario.

I dati dimostrano che la crescita del mercato non è distribuita equamente tra le azioni, ma è altamente concentrata in un numero ridotto di titoli.

Questo ha implicazioni cruciali per gli investitori.

  • Investire in un singolo titolo è estremamente rischioso – La maggior parte delle azioni non supera il rendimento dei Treasury Bills e molte generano perdite nel lungo periodo.
  • La diversificazione è essenziale – Un portafoglio ampio aumenta la probabilità di includere le poche azioni che trainano la crescita del mercato.
  • I fondi indicizzati sono una soluzione efficace – Investire in ETF che replicano l’intero mercato permette di beneficiare dei titoli vincenti senza doverli selezionare.
  • La gestione attiva ha difficoltà a battere il mercato – A causa della distribuzione estremamente sbilanciata dei rendimenti, persino i professionisti faticano a individuare i titoli migliori.

In sintesi, solo il 4% delle azioni genera il guadagno del mercato, e per trarne beneficio è fondamentale adottare una strategia di investimento ben diversificata e a lungo termine.

Anche per oggi è tutto, se hai dubbi o suggerimenti lascia pure un commento sarò felice di risponderti, spero di rivederti presto su Capitalmente, il tuo blog di finanza personale a porta di click.

Ricordati, come sempre, che l’articolo non rappresenta una sollecitazione all’investimento ma è una mia opinione basata su dati e studi condotti nel tempo.