Bentornato su Capitalmente, il tuo blog di finanza personale. Siccome in finanza si parla spesso di “crisi” e dei risvolti che queste hanno sulle borse, ho pensato di approfondire le principali crisi accadute degli ultimi anni.
Ho deciso di tralasciare quella del COVID che ha avuto caratteristiche molto particolari legate alla malattia che pareva dovesse fermare il mondo.
In questo articolo vediamo cosa è successo con la crisi del debito sovrano europeo (2010-2012).
Capire le crisi e gli impatti che hanno avuto è necessario per avere un approccio più consapevole nei nostri investimenti.
Ma torniamo a noi e vediamo cosa ha causato e cosa è successo con la crisi del debito sovrano europeo, una delle più significative avvenute nell’ultimo periodo nella quale l’EURO e la tenuta dell’unione europea sono state messe duramente alla prova.
Contesto e cause della crisi del debito sovrano europeo
La crisi del debito sovrano europeo del 2010-2012 è stata innescata dalla crisi finanziaria internazionale del 2007, che ha avuto origine dal collasso della bolla immobiliare e dalla crisi dei prestiti subprime negli Stati Uniti.
Molti istituti bancari europei, investendo nel mercato americano, si sono trovati in difficoltà e hanno richiesto l’intervento dei governi nazionali per evitare il fallimento.
Questo, nei paesi già in difficoltà, ha aggravato la situazione dei bilanci pubblici già in forte stress per gli elevati livelli di debito pubblico (come in Italia).
Inoltre, i mercati finanziari hanno iniziato a richiedere tassi di interesse più alti per prestare denaro agli Stati europei, rendendo più difficile il finanziamento del debito.
Nel 2009, l’Europa è entrata in recessione e la crisi finanziaria si è trasformata in una crisi del debito sovrano, colpendo principalmente i paesi dell’area Euro.
L’inizio e le cause della crisi del debito sovrano europeo
La crisi ha avuto inizio a ottobre 2009 quando la Grecia ha rivelato che il suo deficit era molto più elevato di quanto precedentemente dichiarato.
Il rapporto debito/PIL della Grecia era salito al 130% e il deficit di bilancio rivisto al 12% del PIL, quasi il doppio rispetto alle stime precedenti.
Questo ha scatenato il panico tra gli investitori, che hanno iniziato a temere il default della Grecia e di altri paesi con alti livelli di debito, come Portogallo, Irlanda, Italia e Spagna (noti collettivamente come PIIGS).
Le cause principali della crisi del debito sovrano europeo
Alla base della cristi del debito sovrano europeo possiamo includere:
- Eccessivo deficit di bilancio: Diversi paesi europei, inclusa la Grecia, avevano accumulato un debito significativo a causa di politiche di spesa eccessive e di un persistente deficit di bilancio.
- Crisi finanziaria globale del 2008: La crisi finanziaria globale ha avuto un impatto rilevante sulle economie europee, aumentando i costi di finanziamento necessari a pagare il loro debito a causa della riduzione della fiducia degli investitori.
- Politiche fiscali e monetarie disallineate: Sebbene i paesi dell’Eurozona condividessero una politica monetaria comune, le politiche fiscali erano gestite a livello nazionale. Questo ha permesso ad alcuni paesi di accumulare debiti eccessivi senza un adeguato controllo.
- Bassa produttività economica: Alcuni paesi, noti come PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna), hanno sofferto di bassa produttività economica e di una mancanza di riforme strutturali, aggravando ulteriormente la situazione.
Diffusione della crisi
Nel maggio 2010, l’Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale hanno approvato un pacchetto di salvataggio di 110 miliardi di euro per la Grecia ma ormai anche altri paesi erano entrati a pieno titolo nella crisi.
- Irlanda: Nel novembre 2010, l’Irlanda ha richiesto un piano di salvataggio di 85 miliardi di euro a causa delle gravi perdite nel settore bancario che il governo ha dovuto sanare facendo ricorso a debito aggiuntivo.
- Portogallo: Nell’aprile 2011, il Portogallo ha richiesto un piano di salvataggio di 78 miliardi di euro per problemi a causati dell’alto livello di debito pubblico e privato, unito a una crescita economica stagnante,
- Spagna e Italia: Nel 2011, la crisi si è estesa a Spagna e Italia, con un aumento significativo dei rendimenti dei loro titoli di stato e crescenti preoccupazioni sulla sostenibilità del loro debito.
Misure di contrasto alla cristi del del debito sovrano europeo
Durante la crisi del debito europeo del 2010-2012, sono state adottate diverse misure per stabilizzare l’economia e ripristinare la fiducia nei mercati finanziari.
Queste misure hanno contribuito a stabilizzare l’economia europea ma hanno comportato costi sociali significativi in alcuni paesi.
- Pacchetti di salvataggio: L’Unione Europea (UE) e il Fondo Monetario Internazionale (FMI) hanno approvato pacchetti di salvataggio per i paesi maggiormente colpiti, come Grecia, Irlanda e Portogallo. Ad esempio, la Grecia ha ricevuto un prestito di 110 miliardi di euro nel maggio 2010.
- Meccanismo Europeo di Stabilità (MES): Istituito nel 2012, il MES è un fondo permanente creato per fornire assistenza finanziaria ai paesi membri in difficoltà, sostituendo i precedenti strumenti temporanei.
- Riforme strutturali: Numerosi paesi hanno implementato riforme economiche e fiscali per migliorare la sostenibilità del debito pubblico. Queste includevano riduzioni della spesa pubblica, aumenti delle imposte e riforme del mercato del lavoro.
- Operazioni definitive monetarie (OMT): La Banca Centrale Europea (BCE) ha introdotto le OMT, un programma di acquisto di titoli di stato sul mercato secondario per ridurre i tassi di interesse e stabilizzare i mercati finanziari.
- Patto di Stabilità e Crescita: Le regole del Patto di Stabilità e Crescita sono state rafforzate per migliorare la disciplina fiscale tra i paesi membri, con l’introduzione di nuove procedure per monitorare e correggere gli squilibri macroeconomici.
“Whatever it takes”
La celebre dichiarazione di Mario Draghi, “Whatever it takes” (“Tutto il necessario”), fu pronunciata il 26 luglio 2012 durante un forum di investitori a Londra.
All’epoca, Draghi ricopriva la carica di Presidente della Banca Centrale Europea (BCE) e l’Europa stava cercando di uscire dalla grave crisi del debito sovrano europeo.
L’impatto di questa affermazione fu significativo.
Draghi dichiarò che la BCE avrebbe adottato tutte le misure necessarie per preservare l’euro, contribuendo così a fermare la speculazione contro i debiti sovrani dei paesi dell’eurozona.
Il suo discorso, del quale si ricorda spesso questa frase “simbolo”, rassicurò i mercati finanziari e stabilizzò la situazione economica, evitando il rischio di default a catena tra i paesi più vulnerabili dell’area euro.
Christine Lagarde, successore di Draghi alla guida della BCE, definì quelle parole “le più potenti nella storia delle banche centrali”.
Grazie a questa dichiarazione e alle misure successive, Draghi è considerato il salvatore dell’euro.
Cosa è successo agli SPREAD durante la crisi
Tramite il sito money.it, si può notare dai grafici come, in corrispondenza del periodo indicato, gli SPREAD sul Bund tedesco a 10 anni siano saliti vertiginosamente nei paesi in questione.
La Grecia ovviamente fu quella ad avere le variazioni più alte, lo spread superò quota 3.200 punti base (32%) di differenziale dal Bund tedesco a 10 anni.
L’Irlanda raggiunse i 1.100 punti base (11%), il Portogallo i 1.300 punti base (13%) e la Spagna arrivò a 620 punti pase (6,2%).
Lo spread e le conseguenze della crisi in Italia
Anche in Italia l’aumento dello spread fu significativo e toccò i 520 punti base (5,2%).
Un differenziale così alto, unito ad un enorme debito pubblico, portarono anche l’Italia nella crisi del debito sovrano europeo e alle dimissioni dell’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi.
Mario Monti, economista e accademico di fama, fu in seguito nominato nel novembre 2011 per guidare un governo tecnico con l’obiettivo di attuare le riforme indispensabili a stabilizzare i conti pubblici e riconquistare la fiducia dei mercati.
Tra le tante riforme ci fu la riforma del Lavoro, ricordata anche come riforma Fornero, che introdusse nuove norme sui licenziamenti, sui contratti a tempo determinato e sulle modalità di accesso alla pensione.
Quali sono gli spread a fine Luglio 2024
Oggi gli spread sono tornai fortunatamente sotto controllo, spicca però il differenziale Italiano che, dopo quella della Lituania, è il più alto in Europa.
Cosa si ha lasciato la crisi del debito sovrano europeo
La crisi del debito sovrano europeo, iniziata nel 2010, ha lasciato diverse lezioni importanti:
- Molti paesi hanno dovuto adottare misure di austerità e riforme strutturali per ridurre il debito pubblico.
- È stata creata l’Unione Bancaria Europea per rafforzare la supervisione e la risoluzione delle banche
- Sono stati definiti meccanismi come il Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria (EFSF) e il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) per fornire assistenza finanziaria ai paesi in difficoltà.
- La crisi ha evidenziato la necessità di una maggiore integrazione economica e fiscale all’interno dell’Eurozona.
Questi cambiamenti hanno contribuito a rendere l’Eurozona più resiliente alle future crisi economiche.
Capire cosa è successo con la crisi del debito sovrano europeo può aiutarti a capire che i BTP e altre obbligazioni governative non sono prive di rischi.
I nostri BTP italiani offrono ottimi rendimenti ma non dobbiamo mai dimenticarci che questi rendimenti superiori sono dovuti a maggiori rischi legati al nostro paese.
Se avete dubbi o suggerimenti lasciate pure un commento, spero di rivedervi presto su Capitalmente, il vostro blog di finanza personale a porta di click.