Bentornato su Capitalmente, se sei qui probabilmente ti starai chiedendo cosa succede in caso di delisting di un ETF?
Parlo spesso di ETF (Exchange Traded Founds), dei loro costi bassi e della grande diversificazione che hanno rispetto alle azioni, nonostante tutto ciò anche gli ETF possono essere delistati.
Gli ETF, come le azioni, sono quotati in borsa e pertanto, seppur con logiche diverse, rischiano di essere delistati, di uscire dalla borsa.
Oggi vediamo quindi cosa succede in caso di delisting di un ETF e capiamo se dobbiamo preoccuparci al riguardo.
Gli ETF sono strumenti incredibili per noi investitori, abbiamo visto perché sono da preferire ai fondi comuni e in quali casi performano meglio anche dei fondi pensione.
Suggerisco sempre di evitare gli ETF “di nicchia” e di guardare per prima cosa la capitalizzazione di un ETF e il suo TER quando si opera una scelta.
Evitare ETF piccoli aiuta a scongiurare proprio questo problema che però può succedere, quindi vediamo come comportarsi quando un ETF viene delistato.
Quando viene fatto quanto un’azione viene delistata
Si verifica Il delisting quando una società/emittente decide di ritirare le proprie azioni da una borsa valori, oppure quando viene obbligata a farlo.
Questo implica che il titolo non sarà più disponibili per la compravendita su quel mercato specifico.
In termini generali esistono due tipi di delisting:
- Delisting volontario: L’emittente sceglie di ritirare le proprie azioni perché ritiene la quotazione non più conveniente, oppure in caso di ristrutturazione aziendale oppure perché viene privatizzata in seguito ad acquisizione.
- Delisting forzato: La borsa impone il delisting se la società non rispetta più i requisiti regolamentari, come ad esempio una capitalizzazione minima o presentare i bilanci entro i termini stabiliti.
Perché viene fatto il delisting di un ETF
Gli ETF sono quotati in borsa come le azioni ma essendo strumenti che investono in indici, in caso di delisting, seguono logiche un po’ diverse rispetto alle azioni.
Un ETF viene rimosso dalla borsa valori, o delistato, per diverse ragioni quali ad esempio:
- Scarsa liquidità: Se l’ETF non viene scambiato frequentemente e non attira abbastanza investitori.
- Motivi economici: Se i costi per mantenere l’ETF superano i benefici economici.
- Semplificazione dell’offerta: Se il gestore dell’ETF decide di ridurre il numero di prodotti simili per rendere la propria gamma di prodotti più semplice.
Tutti questi motivi sono quasi sempre legati alla capitalizzazione (dimensione) di un ETF.
Se acquisti ETF di grandi dimensione quasi sicuramente non incorrerai in problemi di delisting.
Per scegliere i tuoi ETF puoi utilizzare, tra gli altri, JustETF come ho fatto io per gli esempi sottostanti.
Ma se decidi di investire in ETF particolari o di nicchia che, sebbene siano stati lanciati da anni, presentano una dimensione ridotta, puoi incorrere in questo rischio.
Cosa fare in caso di delisting totale di un ETF
Se un ETF viene delistato vieni avvisati in anticipo e puoi vendere le tue quote dell’ETF prima della data di delisting.
Se non lo fai, riceverai il valore di liquidazione delle quote dopo il delisting.
A differenza delle azioni non corri quindi il rischio di mantenere le tue quote e di dover ricorrere a scambi fuori dal mercato per riavere i tuoi soldi.
Questo è un vantaggio notevole rispetto alle azioni perché non ti obbliga a dover “sorvegliare” costantemente i tuoi investimenti, cosa che, come dico spesso, per un investitore di lungo termine andrebbe evitata.
Cosa succede in caso di delisting parziale di un ETF
In alcuni casi, come per le azioni, un emittente può anche decidere di delistare un ETF solo da alcune borse valori nel quale l’ETF è poco scambiato.
In questo caso si parla di delisting parziale, l’ETF sparisce quindi da una o più borse valori ma continua a essere negoziato su altre borse.
Puoi quindi continuare a negoziare l’ETF sulle borse valori rimanenti ma dei fare attenzione.
Infatti potresti non avere accesso a quelle borse oppure potresti farlo a costi superiori non più giustificati.
Anche in caso di delisting parziale il tuo broker dovrebbe avvisati in anticipo per darti modi di decidere per tempo cosa fare.
Cosa succede in caso di fusione di due ETF
Quando due ETF si fondono uno dei fondi (detto “incorporato”) viene assorbito dall’altro (detto “incorporante”).
Gli investitori vengono informati in anticipo e le loro quote vengono convertite in quelle del nuovo ETF risultante dalla fusione.
Il valore dell’investimento rimane invariato, ma le quote saranno ora parte del nuovo ETF.
E’ possibile che tu possa ricevere frazioni di quote di un ETF in caso di fusione.
Questo accade perché il tasso di conversione tra le quote dei due ETF potrebbe non essere un numero intero.
Qualche raccomandazione per evitare il delisting degli ETF
Ora che sai cosa succede in caso di delisting di un ETF sono convinto che farai maggiore attenzione in fase di scelta dei tuoi ETF.
Come hai visto non ci sono problemi insormontabili però è conveniente cercare di evitare il delisting.
Per evitare problemi di delisting il consiglio è di scegliere ETF:
- Con una grande capitalizzazione (dimensione).
- Con una storia alle spalle di qualche anno.
- Che tracciano indici globali evitando ETF troppo “esotici” e di nicchia.
Anche per oggi è tutto, se hai dubbi o suggerimenti lascia pure un commento sarò felice di risponderti, spero di rivederti presto su Capitalmente, il tuo blog di finanza personale a porta di click.
Ricordati, come sempre, che l’articolo non rappresenta una sollecitazione all’investimento ma è una mia opinione basata su dati e studi condotti nel tempo.